10 febbraio 2012

Bernini, Borromini e la Fotografia oggi


Gian Lorenzo Bernini (1598 - 1680)

Ho assistito a un'interessante conferenza nel 'Collegi de Periodistas de Catalunya' per la proiezione del documentario di Roger Lleixá Beltran dal titolo ' Reinventant el Fotoperiodisme' (Reinventando il fotogiornalismo) e successivo dibattito aperto.

Tra i partecipanti alla tavola, David Airob, fotografo de La Vanguardia, Maria Rosa Vila, photo editor della rivista Descubrir Catalunya, Tino Soriano, fotografo del National Geographic e Robin Townsend, Fotografo dell'Agenzia EFE.

Il documentario è una reale osservazione con interviste a vari fotogiornalisti sulla tremenda crisi che da qualche anno ha colpito il mondo dell'immagine e dell'editoria in generale.

Francesco Borromini (1599-1667)

Di fronte a questa situazione le opinioni emerse erano divergenti, ma con non pochi punti in comune.
Vediamone alcune....

1) Globalizzazione, Low Cost e gratuità della Fotografia

Il fatto che la fotografia sia oggigiorno alla portata di un vasto pubblico grazie alle nuove tecnologie ha fatto si che il volume di immagini prodotte sia cresciuto in forma esponenziale in pochi anni. Conseguenza? Quanto più grande l'offerta, minore sarà il compenso. I periodici e le case editrici si sono trovati di colpo a poter 'usufruire' di un prodotto a costo sempre più basso, arrivando, ahimè!, a tralasciare la qualità in nome della gratuità. Questo, alla lunga però si paga.

2 ) I numeri comandano

Chi dirige un'azienda deve guardare i numeri del fatturato, questo è il suo lavoro poichè per anni ha studiato e imparato a come farlo. Chi lavora con editori, fotografi... ovviamente cerca di adattare al meglio lo spazio grafico che viene concesso. Quando i fattori NUMERI VS GRAFICA si scontrano, vince il primo. Per ora..

3 ) Fissare regole. Troppo tardi?

il fotografo David Airob diceva, giustamente, che il precariato esistente dentro le redazioni (e in moltissimi settori lavorativi) è una politica ormai perfettamente congegnata con la politica aziendale. Bisognava fissare dei paletti con delle regole severe quando iniziavano a intuirsi i segni di un cambio sociale. Il precariato uccide il giovane, non crea aspettattive e logora il documentarismo puro.
" Un fotografo deve uscire in strada motivato..."


© ANIOL RESCLOSA

NOTE POSITIVE ed EVENTUALI SOLUZIONI ?


Dunque...nessuno dei rappresentanti riuniti ha ovviamente saputo dare una soluzione a un problema che coinvolge tutto il collettivo da anni

Segnalo però, e qui arriverò all'aneddoto Bernini e Borromini, alcuni spunti che ho raccolto, specialmente da Maria Rosa Vila e da Tino Soriano.

1 ) Crea la tua marca

Sempre si è detto dell'importanza di crescere professionalmente per arrivare ad avere un proprio 'stile' o un proprio settore dove poter distaccare. Più che mai oggi questo è valido. In un oceano di immagini che fluttuano e con buonissimi fotografi che percorrono il mondo, bisogna sapersi distinguere, creare un brand di te stesso. Inoltre aprirsi a nuove esperienze grafiche (video, multimedia...) e rimanere formati e informati sul mondo fotografico.

2 ) Non essere sempre lupi

Il fotografo, in linea di massima, è un professionista che è stato abituato a muoversi e interpretare il mondo da un suo punto di vista, in solitario. Oggiogiorno, e di fronte alla grande pressione economica e di settore, questo non è più valido. Ogni tanto, di fronte ad abusi aziendali, competenza sleale, abusivismo...meglio unirsi per rivendicare in coro i diritti. Prima che sia veramente troppo tardi!
Da qui l'iniziativa creata da Maria Rosa Vila e Tino Soriano tra gli altri STOP CLAUSOLAS ABUSIVAS A LOA FOTOGRAFOS, che da semplice gruppo su Facebook ( siamo già 5000) sta per saltare a formarsi come ente giuridico per cercare di tutelare i diritti di fotografi e giornalisti.
Alcuni successi, specialmente nel settore Concorsi abusivi, sono già stati raggiunti, riuscendo a bloccare  alcune forme di 'promozione' ai limite della decenza e della legalità.

2 ) Reti Sociali e Mondo

Fondamentali per un professionista. Chi anni fa' non passava al digitale perchè non ne sentiva la necessità è probabile che oggi non stia lavorando come fotografo. Oggi con le reti sociali è lo stesso. un buon professionista deve sapersi collocare comodamente dentro il network. Sapendo però quello che si cerca. Se decidi di usarlo lavorativamente, avere allora una strategia ben definita ti può essere utile. Il fotografo come imprenditore. E guardare al mondo fuori dal propio paese, capendo le tendenze fotografiche ed economiche.

3) Sapersi promuovere

Riflessione Storica.
Tra le storie e le opere di due grandissimi artisti-architetti italiani, mondialmente riconosciuti, come sono BERNINI e BORROMINI....a chi, in tutta sincerità, pensate prima?
Immagino siate d'accordo che sia Bernini. Perchè?

Entrambi erano dei geni, entrambi erano preparati, entrambi convissero in un momento di opulenza della Chiesa romana, quello del XVII secolo, entrambi amavano l'arte e ci hanno lasciato un patrimonio immenso.

Semplicemente, la vita di Borromini era legata all'austerità, a una forte dose di individualismo e un rifugiarsi in se stesso. In cambio Bernini seppe maneggiare con cura i rapporti di potere (Chiesa e Nobiltà) che potevano aprirgli le porte della fama.
Ora si ...entrambi vissero del loro lavoro, solo che Bernini, avendo imparato a destreggiarsi tra le corti, visse una vita meno 'angosciata', più lunga e mai gli mancarono incarichi. Al suo funerale venne tutta Roma. Borromini morì suicida con gravi problemi mentali.

Non dobbiamo essere dei BERNINI per essere dei buoni fotografi, dobbiamo solo imparare che, a volte, a parità di un progetto ben fatto, il punto che può marcare la differenza dipende da come ci proponiamo agli altri e da come sappiamo offrire al mondo la nostra visione di quel determinato progetto..



© ROGER LLEIXÁ BELTRAN

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