28 dicembre 2011

Fidel, Cuba e gli occhi di Alex Castro

© Alex Castro - ritratto del padre Fidel
Come accade spesso, nel periodo natalizio le manifestazioni e le iniziative culturali di vario genere tendono a crescere come funghi.
Visto il periodo di relax e conseguente rilassatezza mentale, la trovo una cosa assolutamente positiva! Sfogliando le proposte offerte in Torino (che devo riconoscere essere parecchie e di alto livello), mi sono imbattuto in una che ho fatto in fretta ad annotare sul taccuino e ritagliare dal giornale.

Il figlio del Lider Maximo della Rivoluzione Cubana, Alex (48 anni), espone la sua prima personale in Italia al Cecchi Point di Torino, un HUB Multiculturale vicino al fiume Dora. Dopo essere passata da Roma e Milano rimane aperta fino al 10 gennaio nel capoluogo piemontese. La mostra si colloca all'interno del futuro Museo della Bicicletta di Torino.


Il catalogo della mostra (20 €) e la vendita delle immagini stampate vanno ad associazioni benefiche d'interscambio tra Italia e Cuba. 
© Marco Ansaloni - il futuro Museo della Bicicletta dentro Il Cecchi Point di Torino

© Alex Castro
© Marco Ansaloni - Lo spazio espositivo dedicato ad Alex Castro, figlio di Fidel, dentro il Cecchi Point di Torino

L'amato secondogenito di Fidel Castro, fotografo ed artista, espone i ritratti della sua Cuba e di suo padre. Una visione personale di Cuba, dei suoi cieli e della sua gente, includendo anche il padre.

COMMENTI - Purtroppo la expo mi ha lasciato un  gusto amaro in bocca. Mi aspettavo sinceramente poter cogliere parte dell'intimità familiare della famiglia più famosa di Cuba, e così intravedere il passo del tempo direttamente dagli occhi di una delle persone più vicine a Fidel, il proprio figlio Alex. Così non è stato. Alcuni buoni ritratti, alcune buone immagini di Cuba ma poco che abbia stimolato l'immaginario. Molte immagini sono state ritoccate quasi a voler forgiare una nuova icona del Lider.
Sulla gente alcuni buoni ritratti studiati però poco della Cuba 'callejera'.

© Alex Castro - ritratto di suo padre Fidel

22 dicembre 2011

Winter Tales 2011


Auguri a tutti con un'immagine insolita per il periodo natalizio.
Il luogo scelto per i 'Winter Tales' di quest'anno è stato il deserto del Negev in Israele, presso la cittadina di Mitzpe Ramon.

Il deserto è per eccellenza il luogo dello spirito. Un'atmosfera unica dove regnano il silenzio e la pace.
Il Natale è momento di riunione, di famiglia, di incontro.

Dovrebbe essere però un buon momento per la riflessione. Su un anno che si chiude e sugli eventi che lo hanno caratterizzato.
Questo sarà un Natale più duro per molti. Non dimentichiamoci di loro.

Un pensiero vale come una preghiera ben detta, sia qual sia il tuo stato spirituale.

DAL TACCUINO E DAL SOTTOSCRITTO UN GROSSO AUGURIO DI BUONE FESTE

HAPPY HOLIDAYS, BONES FESTES, FELICES FIESTAS



21 dicembre 2011

Obtura, nuovi spazi per la Fotografia



Come dopo le rivoluzioni, o un cambio, si ha bisogno di guardarsi intorno e capire come procedere per i nuovi cammini tracciati. Nel caso della Fotografia, di rivoluzioni c'è ne sono state 2. La prima, il passaggio dall'analogico al digitale. La seconda, conseguenza un po' della prima, il cambio di metodologia di lavoro. Internet, questo grande contenitore che tanto ci piace, ci introduce in mondi nuovi e diversi.
La realizzazione di progetti fotografici era un lavoro che durava mesi. Pre e post produzione, scatti, interviste, documentazione, ricerca, etc...il tutto con un fine. La pubblicazione cartacea (rivista, book o mostra fotografica sono un esempio). Oggi, pur continuando cosi in parte, moltissimi progetti stanno provando una destinazione diversa. Si continua a generare lavori di altissimo livello, grandi reportage che ancora sanno tramettere quelle sensazioni e far riflettere su grandi incongruenze che il nostro pianeta vive. Per fortuna c'è ancora una razza di fotografi e giornalisti che si compromettono con la realtà che incontrano, tenendo gli occhi attenti per cogliere il bello e il brutto che ci circonda. Il più delle volte per andare a fondo su temi troppo spesso dimenticati o scomodi. Questi progetti oggi hanno trovato un alleato, il web. L'idea di creare una piattaforma  multimediale, dove gli autori possano parlare direttamente con la telecamera e raccontare il processo creativo o è una cosa sicuramente da prendere sul serio. Negli USA, la piattaforma Mediastorm o la francese Web Documentaries di Le Monde sono avanti già da parecchio tempo, con tenaci strategie di marketing per coprire le esigenze di editori e clienti. La nascita di Obtura in Spagna, solo 6 mesi or sono, creò grandi aspettative. Riunisce nel collettivo alcuni tra in migliori fotografi spagnoli, coprendo argomenti che vanno dalla Natura al Sociale, passando da Guerra a Cultura. Il cammino è lungo, nuovo e complicato. Non è tanto l'aspetto dei contenuti, già di per se' di alto livello, ma quello di come far girare economicamente la stessa piattaforma. Le alternative sono allo studio e i fondatori come i fotografi interessati stanno valutando diverse ipotesi.
I fondatori di Obtura.org. da destra, David Monfill, Paco Elvira e Ignacio Rodrigruez 
Da parte mia, posso solo dire che. quando uno dei fondatori, David Monfill, (fondatore insieme a Paco Elvira e Ignacio Rodriguez), mi propose entrare nel progetto dopo aver visto alcuni dei miei lavori  accettai senza indugio. Come commento nell'intervista introduttiva realizzata in occasione del lancio di Obtura :" Vedo in Obtura un nuovo cammino, una nuova via da percorrere e ancora da scoprire", sentivo che era un 'cammino' da iniziare.

Il concetto di lavoro-cliente e cambiato. Bisogna muoversi e uscire, annusare l'aria e sentire dove tira il vento. Stando in casa ormai non ti cerca nessuno.
Personalmente, il fatto di essere italiano e di far parte di un gruppo con nomi di grande prestigio della fotografia in Spagna, è tutto un orgoglio. In questi giorni si pubblica su Obtura  il servizio realizzato per National Geographic Italia sugli Armeni a Venezia e la tradizioni storica che lega la città italiana con la Repubblica Armena.

Per approfondire, i fotografi di Obtura sono: Tino Soriano, Andoni Canela, Alfons Rodriguez, Paco Elvira, Rafa Perez, David Monfill, Xavier Cervera, Hanna Jarzabek, Oriol Alamany, Alfonso Moral, Charlie Mahoney, Clara e Mar Costa, Sergi Bernal.

Per vedere i progetti e le interviste con alcuni dei fotografi Obtura.org

19 dicembre 2011

Una 'Telegondola' in città

Romania_Gole di Bicaz

Romania_Lago rosso, luogo di svago per i giorni festivi

Taccuino alla mano, attraversando le gole di Bicaz e il lago Rosso, meta di gite domenicali per i rumeni della regione di Neamt, si arriva alla cittadina di Piatra Neamt. Le periferie con blocchi di cemento chiamate case, le piccole finestre per vedere la vita al di fuori e il via vai di mercatini e negozietti, preannunciano l'entrata a una delle tante città formate da grandi lavoratori, minatori e operai che in altre epoche contribuirono a rendere grande il socialismo regionale.
Romania_Piatra Neamt, Hotel Ceahlau, architettura socialista 

Telegondola di Piatra Neamt

L'immagine di 2 alte colline Cozla e Pietricica, a ridosso del centro urbano è già di per se`una visione sicuramente peculiare.
E fin li tutto ok. L'immagine di grandi cavi d'acciaio e di piccole sfere arancioni muoversi sulle case e tra i viali alberati, invece mi colpisce. Si tratta della famosa 'Telegondola', mi dicono. Un'inversione da svariate milionate per promuovere iniziative nella zona. Un richiamo non solo turistico, ma di prestigio. La trovo un'idea geniale. E ovviamente salgo.
Parternza della Telegondola di Piatra Neamt
Telegondola di Piatra Neamt
Piatra Neamt dalla Telegondola
Sulla cima del monte Cozla, a 657 metri, la vista della regione è incredibile. In inverno vengono aperti  complessi con bar, ristoranti e attrezzatura per sciare. Una pista ti collega direttamente alla città, scendi e risali! Si signori. Si sale e si scende da un versante appropriato per sciatori e snowboarders. Se non vuoi sciare, ti prendi una cioccolata calda in cima al monte e riscendi con la telegondola! In estate si viene per ammirare le vallate della regione di Neamt e fare passeggiate intorno al monte.
Complesso del monte Cozla

Regione di Neamt dalla cima del monte Cozla, arrivo della Telegondola

 Le 22 cabine ruotano intorno alla città per tutto il giorno, coprendo quasi 2 km di percorso. Pensiamo che stiamo parlando di zone dove non c'è tradizione sciistica, dove vedere una teleferica in città è qualcosa moooooolto fuori dal comune. Un'iniziativa che ha trovato come sempre favori e rifuti da partte di alcuni settori di cittadini. Personalmente l'ho trovata un'insolita idea della quale invece i cittadini possono godere ed esserne contenti. Ben pensato vero?


15 dicembre 2011

Romania_Il legno come Cultura

Villaggio di Sugatag

Da sempre l'uomo utilizza il legno nelle varie sfaccettature della vita quotidiana. E' un elemento naturale, si può lavorare, scalda e le sue ceneri ritornano da dove sono venute. Nelle zone rurali specialmente, è ancora oggi uno dei materiali che meglio si adattano ad un utilizzo continuo (nonstante i prezzi made in China siano più accessibili). Tra le culture contadine e nell'Arte in generale, le migliori qualità di piante venivano selezionate per i più svariati usi. Ricordiamo le bellissime statue religiose dei milioni di altari sparsi sul globo, i portoni dei palazzi nobili piuttosto che le semplici cornici dei quadri ora esposti al Louvre o agli Uffizi. Ma c'è una cultura del legno che è sempre attiva, quella popolare. Della gente che nei boschi, nel suo habitat lavora e modella il legno per un'esigenza. O per esprimere il suo credo.
Chiesa di Surdesti, 1766

Chiesa di Surdesti, 1766 
Chiesa di Surdesti, 1766 
Nella regione di Maramures, al nord della Transilvania, c'è ancora un mondo che vive nel suo habitat, il bosco, e con lui convive. Da questi freddi boschi dominati dai Daci e voluti dai Romani, si elevarono le magnifiche chiese di legno che ancora oggi possiamo 'assaporare'. Dal XIV secolo fino al XVII, le mani tozzute dei boscaioli locali, guidati da architetti illuminati, iniziarono ad assemblare questi piccoli capolavori. Occhio. Solo usando il legno!! Vuol dire quindi senza utilizzo di chiodi in ferro o altri utensili. Solo legno!. La parola assaporare poi non è scelta a caso. Mi spiego. A chi non è capitato di entrare (pagando biglietti carissimi!!) in un museo famoso, passare 5 minuti davanti a un quadro famoso e...non sentire nulla!? Bene, per assaporare intendo quando invece riesci a provare quella sensazione che ti fa entrare dentro l'opera che stai ammirando. Pensiamo che oltre agli edifici, già di per se' opere d'arte, gli interni furono affrescati con motivi biblici di una finezza squisita. Niente di meglio per assaporare da vicino dei lavori che in altri paesi sarebbero o guardati a vista da vigilantes armati o messi sotto plastica per evitare i soliti graffitari intelligenti.

Chiesa di Surdesti, 1766 
Ma le sorprese non finivano. La messa delle 10 stava per iniziare e la chiesa di Surdesti si stava riempiendo. La gente dei campi, lasciava il lavoro per assistere al rito ortodosso. Il pronao riservato agli uomini e l'entrata alle donne. Le candele accese, i dipinti sublimi, il legno, le preghiere e le litanie. Il tutto senza pompa, nella pura semplicità di una chiesa di campagna, in una regione lontana. Ora quelle 42 chiese rimaste in piedi sono Patrimonio UNESCO dal '99, un riconoscimento meritato per coloro che seppero utilizzare la materia che avevano a disposizione, il legno, e farne Arte.

Chiesa di Susani, 1760

Villaggio di Cosbuc, l'ultimo ponte di legno in Romania

12 dicembre 2011

Aurora, la Premessa umana

ROMANIA _ Ultimamente ho avuto l'occasione di conoscere da vicino una zona della Romania, quella del nord, quella delle magnifiche chiese in legno, quella delle abili mani che durante i secoli affrescarono i sacri luoghi della Bucovina, delle grandi foreste, delle leggende di Vlad l'Impalatore,  della campagna sconfinata e della gente semplice.

Prima però di entrare fotograficamente, una piccola digressione umana su una persona.

Per chi si trova a ficcare il naso con una macchina fotografica in paesi lontani, l'importanza di una buona guida sul territorio risulta così fondamentale da fare la differenza tra la riuscita o meno di un servizio.

In alcuni frangenti mi sono trovato a lottare contro gli elementi naturali, climatologici o burocratici, ed è veramente complicato. Se a questo si aggiunge un fattore 'umano' problematico, la cosa diventa seria!!!

Il caso della signora Aurora, invece,  mi ha veramente lasciato un segno in positivo. Fin dall'arrivo all'aeroporto di Cluj.

Avere di fronte una persona di 79 anni (si 79!), umana, preparata storicamente e ottima consigliera, ha fatto la differenza. E' stato come parlare con un'enciclopedia sulla Storia rumena degli ultimi 70 anni. un po' come parlare con tua nonna di com'era la II Guerra Mondiale!
I suoi riferimenti al passato pre e post Ceasescu, la caduta del sistema socialista, la nuova Romania, fatta di nuovi ricchi e nuovi progetti per il futuro mi hanno introdotto nel paese in poco tempo, offrendomi racconti freschi di una memoria incredibile.

©MarcoAnsaloni_Aurora Istrate (79 anni), Paese di Sadova, Bucovina
Ma qual'è il segreto di una persona che a 79 anni ancora ti porta in giro a raccontare le bellezze di questo grande paese?? Me lo sono chiesto. Credo sia la curiosità per la vita, per i suoi cambi e per i suoi continui adattamenti. Curiosità per l'Arte, la Cultura, i Viaggi...

Nonostante gli episodi drammatici vissuti dai rumeni durante il regime di Ceasescu, le vite spezzate, il cambio, l'apertura all'Europa e l'emigrazione, trovare gente che sorride alla vita e ti trasmette energia, cercando di trascinarti è riconfortante. Davvero. Grazie ancora Aurora.
©Marco Ansaloni 
Foto : Tudor Fororeanu


10 dicembre 2011

Venezia_Un Leviatano in Laguna


A intervalli regolari si riapre la polemica sugli eccessi del turismo e la sua 'sostenibilità'. Senza dubbio, la città di Venezia rappresenta in questo senso uno dei più casi più emblematici. La cittadina lagunare con 60.000 abitanti fissi è meta di pellegrinaggio culturale non solo ora, ma da diversi secoli. La diffusione del turismo come fenomeno di massa è relativamente recente, quindi le sue conseguenze sono ancora in discussione, anche se i milioni di turismo che ogni anno passano sulle sue pietre sono in crescita. Le valutazioni come quella riportata sul Corriere ( Ogni nave come 14.000 auto! ) firmata da Alessio Ribaudo sono servite. Soldoni o immagine? 

© Marco Ansaloni - Venezia,  tramonto con LEVIATANO
Contemplare il tramonto dalla Riva dei Sette Martiri è veramente un'esperienza unica. Vi sono luoghi dove il mix tra luce, atmosfera, colori e profumi, rendono un semplice tramonto come, appunto, unico. Credo non solo per il turista in cerca del romanticismo di una città fiabesca, ma anche semplicemente da un amante della natura. In occasione del mio ultimo viaggio veneziano stavo appunto assaporando questo dolce momento. All'improvvisa dall'ora vespertina, l'orrore di un edificio di acciaio e ferro avanzava nella pacifica laguna. 3000 persone assiepatte fotografando Venezia e la sua magia, appoggiate su terrazzo di una nave da crociera. A una riflessione attenta non si tratta solo di un impatto estetico che ti lascia con la bocca aperta. Si tratta di uno spreco ecologico e sostenibile che anche il più ignorante degli addetti ai lavori dovrebbe capire. La polemica è servita, come dice il bravo Ribaudo. Sindaco contro Ente portuario. Soldoni o immagine? Personalmente, come osservatore, sono pronto a scommettere che anche il più pigro e svogliato dei turisti capisca l'importanza di tutelare qualcosa di fragile e prezioso, come la laguna di una città unica. La possibilità di lasciare quei mostri marini a un attracco esterno e fare lo sforzo per raggiungere il centro con altri mezzi potrebbe essere una soluzione. Nell'occasione, il turista un po' più attento potrebbe addirittura scoprire un'altra Venezia da portarsi nel cuore!!!

© Marco Ansaloni - Venezia, Laguna con Leviatano
© Marco Ansaloni - Venezia,  Gondolieri contro Golia


7 dicembre 2011

Expo Italian Geographic 2011

ITALIAN GEOGRAPHIC 201
GRAZIE ALLA NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY!

Grazie al compromesso del National Geographic Italia e alla Society per il contributo all'investigazione e alla ricerca, l'esposizione 'ITALIAN GEOGRAPHIC 2011' ha avuto una buona reazione da parte del pubblico. Una delle mie fotografie in mostra, sul reportage 'Armeni a Venezia', insieme con le immagini di altri 25 fotografi, hanno dato l'immagine più artistica degli articoli realizzati negli ultimi anni.
Un grazie particolare a Marco Pinna, redattore di National Geographic Italia e curatore della mostra, per l'impegno e la selezione.

1975. Rivoluzione digitale



Un’immagine della prima fotocamera digitale del mondo: prodotta da Kodak ed ideata nel 1975 da Steven J. Sasson, pesava poco meno di quattro chili, aveva la dimensione di un tostapane e produceva un’immagine di 0,01 megapixel, che in un tempo di 23 secondi veniva registrata su cassetta digitale.

Il passo del tempo è sempre stato scandito da misurazioni, feste popolari e riccorrenze evolutive. La percezione che il tempo lento scorresse in maniera dilatata per milioni di persone, sembrava essere il denominatore comune per l'intero pianeta, almeno fino al secolo scorso.
La mania di progresso (spesso confuso con evoluzione), velocità, affanno per raggiungere mete impensabili, forma il DNA dell'uomo ed è quindi un passaggio 'normale' nella crescita dell'umanità.
La consapevolezza che il superare limiti, scavalcare barriere spazio-temporali o semplicemente inventare nuovi gadgets, poteva significare gloria e potere, fece che questa ruota iniziò a girare sempre più velocemente.
Non entro nel merito di tutto ciò di positivo o negativo che questa ruota si porta dietro, mi limito a una breve riflessione nel mio settore, la fotografia.
NIKON F4_ IL TANK. Una macchina fotografica per sempre...almeno fino alla rivoluzione digitale!
Le grandi placche, i formati negativi, gli acidi, la magia della camera oscura. Di colpo, la velocità che consuma l'uomo, aveva iniziato a intaccare anche il mondo della fotografia. Già nel 1975, i primi prototipi di una macchina fotografica nuova erano in corso. Una vera e propria rivoluzione stava per stravolgere i concetti predefiniti fino ad allora, per proporne di nuovi. Quando il vortice ebbe inizio, la generazione precedente venne colpita con forza, Allo stesso tempo, oggi, i più giovani, non conosceranno a fondo parte di quella magia. La mia generazione, quella forse intermedia, è stata quella che ha dovuto adattarsi o 'morire'. La prima macchina che comprai per lanciarmi in questa nuova avventura, una FUJI S2 fu una scoperta. Giravo con un Hard disk da 20 G!!, un mattone dove scaricare le immagini prodotte. Il tutto con la mentalità da pellicola, quindi pensando in termini di luminosità, sottoesposizione, tempi di scatto..Cosa che si rivelò sbagliata, visto che sono 2 mondi differenti.
Da li il processo è stato vertiginoso, come tutte le grandi innovazioni degli ultimi anni. Si è scardinato un sistema, di cui il mondo fotografico è solo uno dei tanti germogli. Un sistema in cui i figli guardavano e ammiravano l'esperienza dei padri, che veniva tramandata. Oggi il tempo si è ristretto a pochi anni di differenza. Qualcuno ha detto che 1 anno vissuto oggi equivale a 2 anni!
La rivoluzione digitale continua, con vantaggi e svantaggi. Vantaggi per la praticità, svantaggi per un mondo in cui sembra vincere la comodità e la superficialità. Ognuno tracci le proprie conclusioni. Io personalmente mi adatto, adoro tutto ciò che apre nuove strade. Cerco però di non scordarmi della 'magia' di ciò che siamo stati. 
2003 ©Marco Ansaloni_Barcelona Porto e Maremagnum
Diapositiva FUJI, Nikon F5
A cavallo tra analogico e digitale

2011 ©Marco Ansaloni_Barcelona 'Cap Gros' in Sarrià
Nikon D700
La rivoluzione in corso, il digitale ha vinto la partita