15 dicembre 2011

Romania_Il legno come Cultura

Villaggio di Sugatag

Da sempre l'uomo utilizza il legno nelle varie sfaccettature della vita quotidiana. E' un elemento naturale, si può lavorare, scalda e le sue ceneri ritornano da dove sono venute. Nelle zone rurali specialmente, è ancora oggi uno dei materiali che meglio si adattano ad un utilizzo continuo (nonstante i prezzi made in China siano più accessibili). Tra le culture contadine e nell'Arte in generale, le migliori qualità di piante venivano selezionate per i più svariati usi. Ricordiamo le bellissime statue religiose dei milioni di altari sparsi sul globo, i portoni dei palazzi nobili piuttosto che le semplici cornici dei quadri ora esposti al Louvre o agli Uffizi. Ma c'è una cultura del legno che è sempre attiva, quella popolare. Della gente che nei boschi, nel suo habitat lavora e modella il legno per un'esigenza. O per esprimere il suo credo.
Chiesa di Surdesti, 1766

Chiesa di Surdesti, 1766 
Chiesa di Surdesti, 1766 
Nella regione di Maramures, al nord della Transilvania, c'è ancora un mondo che vive nel suo habitat, il bosco, e con lui convive. Da questi freddi boschi dominati dai Daci e voluti dai Romani, si elevarono le magnifiche chiese di legno che ancora oggi possiamo 'assaporare'. Dal XIV secolo fino al XVII, le mani tozzute dei boscaioli locali, guidati da architetti illuminati, iniziarono ad assemblare questi piccoli capolavori. Occhio. Solo usando il legno!! Vuol dire quindi senza utilizzo di chiodi in ferro o altri utensili. Solo legno!. La parola assaporare poi non è scelta a caso. Mi spiego. A chi non è capitato di entrare (pagando biglietti carissimi!!) in un museo famoso, passare 5 minuti davanti a un quadro famoso e...non sentire nulla!? Bene, per assaporare intendo quando invece riesci a provare quella sensazione che ti fa entrare dentro l'opera che stai ammirando. Pensiamo che oltre agli edifici, già di per se' opere d'arte, gli interni furono affrescati con motivi biblici di una finezza squisita. Niente di meglio per assaporare da vicino dei lavori che in altri paesi sarebbero o guardati a vista da vigilantes armati o messi sotto plastica per evitare i soliti graffitari intelligenti.

Chiesa di Surdesti, 1766 
Ma le sorprese non finivano. La messa delle 10 stava per iniziare e la chiesa di Surdesti si stava riempiendo. La gente dei campi, lasciava il lavoro per assistere al rito ortodosso. Il pronao riservato agli uomini e l'entrata alle donne. Le candele accese, i dipinti sublimi, il legno, le preghiere e le litanie. Il tutto senza pompa, nella pura semplicità di una chiesa di campagna, in una regione lontana. Ora quelle 42 chiese rimaste in piedi sono Patrimonio UNESCO dal '99, un riconoscimento meritato per coloro che seppero utilizzare la materia che avevano a disposizione, il legno, e farne Arte.

Chiesa di Susani, 1760

Villaggio di Cosbuc, l'ultimo ponte di legno in Romania

Nessun commento:

Posta un commento